DESCRIZIONE
Gli Pterigoti, o scorpioni d'acqua, furono fra i più grandi invertebrati mai esistiti. Il corpo di uno Pterigoto era formato dal prosoma, ovvero l'insieme della testa e del torace, da sei segmenti articolati che componevano l'addome e da altri sei segmenti che formavano la coda; l'ultimo di questi era piatto e solcato da una carena che terminava a punta. Oltre a due grandi occhi compositi, che dovevano garantire un'ottima vista, al centro del prosoma aveva altri due piccoli occhi chiamati ocelli.
Dal prosoma si dipartivano sei paia di arti. Il primo paio era dotato di tenaglie simili a quelle dei granchi, che permettevano all'animale di catturare la preda e di portarla alla bocca. Le successive quattro paia di appendici servivano per spostarsi sui fondali marini, mentre l'ultimo paio, a forma di paletta, poteva aiutarlo nel nuoto che avveniva con un movimento ondulatorio del corpo dal basso verso l'alto, sfruttando anche la parte terminale appiattita della coda.
Lo Pterigoto era un predatore marino che viveva lungo le coste, in acque poco profonde. Si cibava di pesci e di invertebrati come i Trilobiti, molto diffusi nei mari del periodo Siluriano, forse tendendo agguati con il corpo coperto dalla sabbia dei fondali.
Si sono avuti ritrovamenti fossili di questo artropode e di specie affini in ogni parte del mondo, fatta eccezione per l'Antartide.